URBAN.OPINIONS II
Una domanda, cinque risposte:
I.
INNERFIELDS
Berlino, Germania
“L’arte urbana dovrebbe essere uno specchio della società e stimolare l’osservatore ad avviare una discussione. Il vantaggio dell’arte urbana rispetto all’arte classica è il suo essere accessibile a tutti, a prescindere dallo status sociale o intellettuale.
Per noi la cosa più bella è mettere un ostacolo lungo il percorso quotidiano delle persone, interrompendo anche per un secondo le loro strutture abitudinarie con un murale. Per noi sono importanti il miglioramento delle strutture parzialmente grigie della città e dell’identificazione degli abitanti con il loro quartiere. Perciò riflettiamo spesso l’ambiente urbano o il contesto sociale del murales.”
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II.
PEETA
Venezia, Italia
“L’arte urbana può emozionare o far riflettere le persone. Nel mio caso deve essere in grado di emozionare in senso positivo. Vedo i miei lavori come scintille sparse per la città in grado di stimolare le persone che gli passano accanto e far esplodere la loro immaginazione”.
III.
GOMAD
Sittard, Olanda
“Penso che l’arte urbana sia una forma d’arte molto importante: un nuovo movimento artistico democratico che si rivolge a tutti, in tutto il mondo, seguito da tantissimi artisti – in realtà è il movimento più grande da diversi anni, credo.
A volte contiene un messaggio politico o ambientale su problemi reali e può portare le persone a riflettere su queste questioni. Ma potrebbe anche essere una bellissima opera senza alcun significato specifico, con scopo solo estetico. Chiunque può goderne per strada, persino chi non ha la possibilità di entrare in un museo, come i senzatetto. È ovunque. Porta colore e gioia nelle zone grigie delle città e può davvero trasformare un brutto quartiere in una zona alla moda e in crescita”.
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IV.
MIKEL REMAK
Donostia-San Sebastián, Spagna
“Non penso che l’arte urbana debba dare un contributo specifico. Penso che possa essere un modo per avvicinare le arti visive alle persone che non vi sono particolarmente interessate, dato che lo spazio pubblico è usato da tutti i cittadini. Può promuovere nuovi punti di vista o domande che sorgono dall’arte in generale. Più le proposte sono varie, più potranno migliorare la cultura”.
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V.
CORN 79
Torino, Italia
“Per me l’arte urbana ha semplicemente il ruolo di portare l’arte in un luogo pubblico. Non l’arte in generale, ma quella urbana, cioè tutte quelle pratiche derivate o legate in qualche modo all’arte di strada o ai graffiti che si sono sviluppate in una forma di pittura o di installazioni, principalmente verticali, sui muri nei luoghi pubblici.
In pratica, quindi, il ruolo e l’importanza di questo fenomeno sta nel portare l’arte a tutti, anche se in maniera obbligata. Ciò significa fare uscire l’arte dalle gallerie e dagli studi e portarla in un luogo dove può essere vista e apprezzata da chiunque. Ciò ha portato grandi cambiamenti al territorio, negli spazi urbani delle città, e ha generato un certo tipo di estetica che fino a un ventennio fa era molto diversa. Soprattutto nelle città, sia nelle aree industriali che in quelle residenziali, spesso quello che era grigio e triste viene rigenerato esteticamente con degli interventi artistici di valore maggiore.
Non tutto quello che viene fatto sui muri, per strada o durante i festival è arte. Ci sono degli interventi dotati di scarso valore artistico perché sono semplicemente pittorici, illustrativi o astratti. Ma ce ne sono altri che ne hanno perché basati su studio e ricerca.
Tutti questi fenomeni possono portare a molte reazioni, dal turismo al miglioramento artistico e culturale; possono stimolare nuove collaborazioni e l’implementazione delle comunità che esistono in quei territori, e possono stimolare il pensiero. Cioè, quello che ritengo fondamentale nella pittura nei luoghi pubblici è il provocare una reazione nelle persone – positiva nella maggior parte dei casi, negativa in pochi –, stimolare un pensiero, una riflessione, una prospettiva. Per esempio, una cosa a cui tengo quando dipingo è che, soprattutto nei quartieri più svantaggiati e poveri, i bambini possano essere spinti a creare qualcosa vedendo quello che facciamo noi.
Per me tutti i gesti e gli approcci alla pittura, anche quelli legati ai graffiti da molti classificati come distruttivi, sono in realtà sempre un modo per creare qualcosa, portare colore e stimoli culturali. Quindi per me il ruolo è semplicemente culturale e artistico e, in alcuni casi, anche sociale. Tuttavia, per il ruolo sociale c’è bisogno di una collaborazione, di uno scambio diretto con il territorio e i suoi abitanti, che spesso non si verifica. Molti politici danno una buona immagine di sé parlando dei progetti che supportano l’arte urbana, di rigenerazione, sviluppo, ecc. Quello che facciamo non risolve i problemi, ma è un punto di partenza. Vorrei fare l’esempio del quartiere Lunetta a Mantova, in cui sono sei anni che aiutiamo a organizzare un festival chiamato Without Frontiers. Il lavoro in quell’area è stato davvero importante; ha stimolato un nuovo percorso di crescita per la rigenerazione urbana. Ma ciò è potuto succedere perché il progetto è stato costante e ha creato delle sinergie importanti con altre realtà, con la comunità e gli abitanti, ecc.
Per me, in sostanza, l’arte urbana dev’essere uno stimolo creativo, uno stimolo a ripensare il modo in cui viviamo nello spazio urbano. Non risolve problemi, ma è uno spunto per acquisire una prospettiva diversa dei nostri territori e apprezzarli di più, per certi versi, amarli di più e prendercene cura”.
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Novembre 2021
di Laura Vetter